Il branco non ha quartiere

Dispiace parlare ancora di questo argomento. Sarebbe bello poter dire: basta è finita, ragazzi di tutti i generi vivono liberamente, il rispetto degli uomini verso le donne è diventato naturale e condiviso, nessun femminicidio, nessuna molestia, nessuna violenza. Sarebbe bello dire: il patriarcato è finito. “Maschi contro femmine” è finito. Ci avviciniamo a questa meta, ma c’è ancora, davvero, tanto lavoro da fare.
Se torniamo su questo tema è perché avrete sentito parlare delle aggressioni del 31 dicembre,  una storia bruttissima ai danni di ragazze che volevano festeggiare l’anno nuovo in libertà, all’aperto, in piazza Duomo, a Milano, e invece sono state molestate e aggredite.

Tuttavia l’analisi che ne è seguita, una volta identificati i ragazzi che vi hanno preso parte, si è concentrata sulla loro situazione sociale: ragazzi di seconda generazione, si è scritto, che abitano le periferie milanesi. E via con la sviolinata sul degrado etc. etc…Insomma, sfumature razziste, sfumature classiste di un fenomeno che invece non conosce quartiere. Molestatori di tutte le età, ricchi e potenti si muovono anche nelle case eleganti, espressioni di un degrado che non ha anche fare con il decoro, ma con una mentalità che non vuole trasformarsi né guarire dal morbo del sessismo, che si rafforza nella prepotenza.

Se sono in gruppo, si dice il branco, come fossero non più umani ma lupi – senza tener conto che i lupi attaccano altro da sé, per la sopravvivenza, e non cercano il piacere nell’umiliazione di una propria simile. Perché è importante distinguere la molestia, l’aggressione, la violenza e l’uccisione. Ma è vero che fanno parte di una stessa radice, di una stessa mentalità.
Alcun sostengono che si tratta di colpi di coda del patriarcato: la libertà femminile ha raggiunto troppe coscienze di ogni età, non è più controllabile (se non che libertà sarebbe) e questi sarebbero gli esiti estremi e disperati di un ordine del mondo secolare che, non senza contraddizioni, non vuole cedere.
Perché questi strani lupi scelgono e “amano” la violenza? Finché non si riconoscerà che questo degrado è trasversale e che i giovani che loro agiscono lo hanno in qualche modo appreso dalle generazioni passate, non si farà molta strada: il problema non sono soltanto i ragazzi violenti, ma il copione che rimettono in scena, vecchio di millenni. Una forma di educazione, ma perversa, di cui bisognerà riparlare, ma onestamente, senza facili sociologie, in tutti i quartieri.




RELATED POST

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.

INSTAGRAM
INCONTRIAMOCI ANCHE QUI