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Identikit e altre storie di Baby Gang e Neima Ezz...

Identikit e altre storie di Baby Gang e Neima Ezza

Avrete senz’altro sentito parlare dell’arresto di Baby Gang e Neima Ezza: tutti i dettagli si trovano in questa notizia dell’agenzia ANSA che chiarisce i capi di imputazione.

Il primo punto, notizia di ieri, è la versione difensiva degli avvocati secondo i quali nessuno dei ragazzi coinvolti sarebbe stato sul luogo della rapina.

Gli avvocati contestano il modo in cui si è arrivati al riconoscimento degli accusati da parte delle vittime. Hanno evidenziato infatti l’esistenza di un dossier fatto sostanzialmente delle foto di giovanissimi trapper, che in questo modo sarebbero sempre i soliti sospetti in tutti i casi di aggressione denunciati…

Sicuramente questa vicenda merita di essere approfondita e discussa, e suscita il desiderio di confrontarci con te che leggi.

Un secondo punto riguarda un aspetto più generale e di lunga data, cioè quella trasgressione che si esprime con la prepotenza, la “guerra” fra bande, fra quartieri, che è un fenomeno molto antico, in cui la violenza diretta, l’aggressione, il controllo del territorio diventa facilmente criminale, ma non sempre e non in tutte le situazioni. Le baby gang insomma sono un fenomeno che ha in Italia, almeno 40 anni! Cosa si è fatto su questo terreno? Come lavorano gli adulti su questi fronti? E poi questi scontri fra bande non creano solo criminali, perché attraggono i giovanissimi?

Ultimo tema: questi ragazzi sono artisti, hanno trovato nella musica un mezzo per prendere in mano il proprio destino. Però un conto è raccontare la violenza un contro è denunciarla un conto è agirla. Però è vero che c’è una estetica della violenza che è anche mercato (videogiochi, cinema, serie tv) e che in qualche modo forma stili di vita: non sarebbe bello confrontarsi anche fra generazioni su questo argomento?


Per ragionare su tutto questo consiglio vivamente anche l’intervista della Radio svizzera a Marta Blumi Tripodi, critica musicale che sul fenomeno tra ha girato con Fabio Conte anche un bel documentario Perif, dedicato proprio a Neima Ezza.




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