La concezione di “natura” e il rapporto con essa cambia nel corso degli anni, e persino delle stagioni…
Vivendo in città la percepisco come un elemento ornamentale, senza rendermi conto che è semmai il contrario: è proprio la città di Milano a “decorare” una buona parte della Pianura padana. Spesso riteniamo di avere un certo controllo sulla natura, ma pensandoci bene ci nascondiamo solo nel cemento, allontanando ciò che non siamo in grado di dominare; negli ultimi 4 anni il tema dell’ambiente e di come l’umanità industrializzata abbbia pensato a sfruttarlo soprattutto, ha avuto una forte risonanza mediatica, specialmente grazie a Greta Thumberg, che ha contribuito a focalizzare questi temi priuma da sola e poi grazie agli scioperi scolastici organizzati da FFF( Fridays for future). Questo movimento è stato creato proprio dalla stessa attivista svedese il 10 agosto 2018 e tra il 20 e il 29 settembre del 2019 ha portato più di sette milioni e mezzo di studenti in tutto il mondo a manifestare per un futuro migliore. Non basta però scendere in piazza e gridare a squarciagola; serve anche essere parte del cambiamento, bisogna fare delle scelte e per farle bisogna informarsi: non si può certo tutelare qualcosa che non si conosce, no?
Per poter apprendere di più bisogna ascoltare chi ha fatto di questi temi la propria passione e il proprio lavoro, come Stefano Mancuso, botanico di fama internazionale nato a Catanzaro nel 1965. Oltre a dirigere il LINV(Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale) all’università di Firenze, è anche autore di molti testi.
Vorrei parlarvi proprio di due suoi libri: l’Incredibile viaggio delle piante (Laterza, 2018, ristampato quest’anno in versione economica ) e La nazione delle piante (Laterza, 2019).
Questi due libri sono una vera e propria lente di ingrandimento che ci permette di comprendere meglio la gerarchia della natura, le sue priorità e le sue strategie.
Troppo spesso siamo abituati a considerarci la migliore forma di vita o comunque a porci al centro del mondo, ma non siamo in grado di resistere a una esplosione nucleare; agli occhi degli Hibakujumoku siamo una barzelletta, infatti questi alberi sono riusciti a sopravvivere all’esplosione del 1946 di Hiroshima, da questo straordinario evento il loro nome, che significa letteralmente: “alberi che hanno subito un’esplosione atomica”. Nell’Incredibile viaggio delle piante, Stefano Mancuso racconta proprio queste storie, che racchiudono la forza della natura e la sua facilità nel sopravvivere anche al midiciale impatto umano. Quando penso all’estinzione dell’uomo effettivamente non considero mai la presenza di altri esseri viventi, pongo la nostra razza talmente in alto da pensare che non ci possa essere altra vita oltre la nostra fine; magari sarà il pessimismo e la poca fiducia nel genere umano, che dimostra di avere una forte tendenza autodistruttiva.
Se questa mia piccola parentesi catastrofica vi ha messo angoscia, vi invito a pensare ai semi, piccole capsule in grado di viaggiare per gli oceani, veri e propri conquistatori che esplorano il mondo e sono addirittura capaci di viaggiare nel tempo. Nelle rovine della fortezza di Masada, situate tra il confine del deserto giudaico e la valle del Mar Morto, sono stati ritrovati dei semi di una particolare varietà di palma da dattero ormai estinta, dandoci quindi la possibilità di far rinascere qualcosa che ormai non esiste più da millenni.
La nazione delle piante, uscito appena un anno dopo, è un’altra lettura illuminante, una vera e propria carta dei diritti delle piante, ricavata da cio che esse dimostrano con la loro millenaria esistenza. 8 articoli in cui si dimostra che la saggezza e la capacità di cooperare possono essere utili esempi di lunga vita. il libro quindi dà voce a esseri viventi che non sono in gradi di parlarci, o meglio lo sono ma non di certo in inglese o in cinese. Questi libri approfondiscono una cultura che ormai è stata persa, o forse va proprio rifondata, fondatasu un rapporto genuino con la natura, una vera propria compresenza basata sul rispetto.
Pensate che bello stare tutti insieme nella nazione delle piante, sventolando un tricolore con gli unici colori importanti della nostra terra: bianco, verde e blu, che poi a ben guardare i fiori e le foglie, diventa senz’altro di tutti i colori possibili.
Ed ecco, al solito, qualche pagina web dove approfondire o far viaggiare ancora questi pensieri, magari con un po’ di musica che alle piante, si sa, piace moltissimo.
Sono un ragazzo di quarta liceo e abito a Milano, mi piace osservare ciò che mi sta attorno e farmi domande, parlare a sproposito e sorridere agli sconosciuti per strada.
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