Diversamente dalla maggior parte degli animali, gli umani possono vivere senza muoversi del tutto: dal prendersi da mangiare a trovare l’anima gemella.
La vita sedentaria però non ha solo un effetto negativo sul corpo ma anche sulla mente: la mancanza di movimento può far diminuire il quoziente intellettivo e aumentare i disturbi mentali.
La manifestazione dei nostri pensieri e delle nostre emozioni non avviene solo nella nostra testa: il nostro corpo può essere uno strumento per cambiare i nostri modi di pensare e sentire dato che i nostri movimenti influenzano molto i nostri processi mentali.
Caroline Williams è un’autrice e giornalista britannica che nell’aprile 2021 ha pubblicato Move!.
Nel libro Caroline parla di come alcuni movimenti del corpo possono influenzare la mente e perché.
In seguito vi mostreremo sei esercizi da lei stessa citati nel libro:
Alzarsi in piedi
Correndo o camminando si riduce l’attività nelle regioni prefrontali del cervello permettendo alla mente di vagare liberamente. Queste aree favoriscono i pensieri razionali e lineari, e alcuni studi suggeriscono che ridurre la loro attività permette il fluire di idee più ampie e creative.
Farsi una passeggiata prima di un dibattito è benefico perché è stimato che l’effetto “creativo” può continuare fino a quindici minuti dopo essersi fermati.
Rafforzarsi
Secondo uno studio condotto nel 2016, ogni generazione è sempre più debole rispetto alla precedente.
La possibile causa è lo stile di vita sedentario. In qualsiasi tipo di esercizio che preveda il sollevamento di pesi, le ossa sprigionano un ormone chiamato osteocalcina.
Secondo uno studio ancora in corso, la mancanza di questo ormone potrebbe portare al declino cognitivo e all’insorgere di malattie neurodegenerative.
In più, la consapevolezza di avere molta forza fisica aumenta l’autostima.
Ballare
Fin da piccoli abbiamo la danza nel sangue: degli studi dimostrano che già da bambini, inconsapevolmente, ci muoviamo a ritmo della musica.
Ballare ci da una sensazione di benessere perché sentire un ritmo regolare crea soddisfazione, ottenendo una piccola dose di dopamina.
Non importa se sei da solə o in compagnia.
Respirare
È il movimento più semplice. Regolate il respiro: un’attività ritmica e coordinata permette al cervello di condividere con più facilità le informazioni.
Alcuni ricercatori ritengono che la capacità del cervello di sincronizzarsi con il respiro possa essere una caratteristica fondamentale del modo in cui tratta le informazioni.
Il modo più facile di mettere in pratica la cosa è chiudere la bocca e respirare al ritmo di sei respiri al minuto: inspirando per cinque secondi e poi espirando per altri cinque; questo perché si riempiono i polmoni in modo più efficiente e permetti all’ossigeno di diffondersi nel sangue.
Stare dritti
Secondo gli studi di psicologia, una postura cadente è da lungo tempo associata a pensieri negativi, mentre una postura eretta e distesa produce un atteggiamento mentale più positivo.
Peter Strick dell’università di Pittsburgh ha trovato una possibile risposta: il cervello e le ghiandole surrenali sono collegate da un percorso neurale che, a sua volta, si collega ai muscoli del tronco che stabilizzano il torso e sostengono la postura.
Allungarsi
Alcuni studi hanno scoperto che le fasce muscolari sono strutturate come una spugna imbevuta di fluido che si riversa nel sistema linfatico. Questo potrebbe significare che lo stretching aiuta a muovere i fluidi del corpo, permettendo al sistema immunitario di dare a questi liquidi una regolare pulizia e di rispondere all’infiammazione quando questa si manifesta.
Si tratta di un fatto importante per la mente, perché alle infiammazioni incontrollate sono associati depressione, dolore cronico e fatica. Le infiammazioni incontrollate sono aggravate anche dallo stile di vita contemporaneo e dall’obesità, e accelerano mano a mano che invecchiamo.
Sono Jhiannie “Gianni” King, un ragazzo semplicissimo e con il sangue filippino. Ho poco da perdere e tanto da imparare. Ho incontrato 8pagine durante due redazioni aperte e ora, finito il liceo, collaboro a questo progetto.
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