Partendo da Piazza Duomo, a Milano, se si cammina per 9 giorni percorrendo 1300 chilometri si arriva a Siracusa, patria dello scienziato e inventore Archimede, che aiutó la città greca con le sue invenzioni durante l’assedio romano del 212 a.C. La leggenda narra che incendió l’intera flotta nemica utilizzando delle enormi lenti che, riflettendo la luce del sole, davano fuoco alle barche romane.
In questa città ricca di storia si trova uno dei più importanti teatri greci in attività, una spettacolare struttura scolpita nella roccia nel quinto secolo, che può ospitare fino a 3000 persone ed è situata all’interno del Parco Archeologico della Neapolis; un luogo senza tempo che ti catapulta in una realtà antica e allo stesso tempo contemporanea. Dal 1914 la fondazione INDA (istituto nazionale dramma antico) ha incominciato a rappresentare una lunga serie di opere greche, che anche oggi continuano a essere messe in scena ogni estate.
Ho avuto quest’anno la fortuna di vedere due rappresentazioni di queste storie incredibili, la prima è stata Ifigenia in Tauride, scritta da Euripide e rappresentata per la prima volta intorno al 410 a.C.; nell’opera si affronta il ricongiungimento di due fratelli: Ifigenia e Oreste, il quale è tormentato dal crimine di aver ucciso la madre per vendicare l’assassinio di suo padre Agamennone. Una tragedia che ha un lieto fine, a differenza di Edipo, re di Tebe con il terribile destino di sposare sua madre e uccidere il padre. Questo componimento scritto da Sofocle appartiene al ciclo tebano, una raccolta di poemi epici che raccontano la storia mitologica della città di Tebe. Molte di queste opere sono andate perse e con loro molte vicende affascinanti.
Queste trame ci risultano credibili e profonde perché rappresentano situazioni che ci riguardano, sono quindi un mezzo per approfondire vari lati comuni all’essere umano nella sua storia. Mi viene da pensare a Ifigenia nella quale vengono messi in dubbio i responsi dell’oracolo e la volontà divina: si teme l’autorità degli dèi ma allo stesso tempo ci si interroga su cosa sia, cosa valga. Domande senza risposta che emergono con la stessa profondità e con la stessa forza con la quale possiamo interrogarci oggi. Molte volte pensiamo a cosa ci riservi il futuro, al nostro destino, per quello che ne sappiamo può solo essere imprevedibile come per Edipo; un re glorioso che si ritrova a cercare la causa dei malj della città per poi scoprire di essere lui stesso questa maledizione: è molto facile immedesimarsi ed empatizzare con un personaggio del genere, per tutta l’opera ti senti partecipe delle sue disgrazie e vorresti andare lì sul palco a parlargli, almeno io vorrei andare sul palco a parlarci.
Essendo un teatro all’aperto le scene sono accompagnate dal lento calare del sole e alla fine dell’opera ci si ritrova immersi in un cielo stellato che aumenta la magia di un’esperienza così immersiva. Queste storie risultano moderne tutt’ora dopo oltre 2500 anni, la loro bellezza e loro complessità rendono senza tempo queste vicende di eroi e di imprese memorabili. Anche noi abbiamo tutt’ora una cultura che ama i supereroi e le saghe, basti pensare all’enorme successo delle pellicole della Marvel. La casa cinematografica statunitense dal 2007 ha creato l’MCU (Marvel Cinematografica Universe), un unico universo nel quale far convivere tutti i personaggi, esattamente come nell’antichità, infatti tutte le opere greche tendono spesso a citare gli stessi eroi o gli stessi eventi, come ad esempio i protagonisti della sanguinosa guerra di Troia.
Per i greci il teatro era un’occasione di socialità, un elemento profondamente radicato nella vita; nasce infatti dai riti in onore di Dioniso, anche conosciuto con il nome di Bacco, dio del vino. Oggi migliaia di persone da tutto il mondo si recano a Siracusa per assistere a questi spettacoli, ragazzi e ragazze di qualsiasi età passano 2 ore della loro vita immersi in un’altra realtà, un luogo dov’è bello perdersi con lo sguardo e con la mente, meravigliarsi per i costumi e le scenografie. Non siamo più molto abituati a relazionarci attivamente con l’arte, è piú consueto vedere un film o foto sul telefono. Proprio per questo il teatro è un occasione per sentirsi parte di qualcosa, un’energia intangibile, un accordo non scritto tra attore e spettatore.
per approfondire:
https://www.scuola-e-cultura.it/scuola/letteratura-greca/sofocle.htm
https://www.nauticareport.it/dettnews/report/gli_specchi_di_archimede_e_lassedio_di_siracusa-6-9391
Sono un ragazzo di quarta liceo e abito a Milano, mi piace osservare ciò che mi sta attorno e farmi domande, parlare a sproposito e sorridere agli sconosciuti per strada.
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