“Rimuovere gli ostacoli”

Il 21 marzo, inizio della primavera, è stata la giornata dedicata alla poesia, al razzismo, e anche alla sindrome di Down. Rappresenta quindi un’occasione per parlare in modo più ampio disabilità, un tema di cui spesso si parla per cliché. Secondo gli ultimi dati Istat (pubblicati nel 2019) le persone con disabilità in Italia sono circa 3,1 milioni e rappresentano quindi una porzione non indifferente della popolazione. Nonostante ciò, sono ancora molti gli ostacoli pratici e i pregiudizi che si presentano sulla strada di chi ha una disabilità. Basti pensare al fatto che solo una scuola su tre, nel nostro Paese, è accessibile per gli alunni con disabilità motoria. Più in generale, le città stesse sono progettate a misura di normodotato: i palazzi e gli uffici pubblici spesso non sono attrezzati con rampe per l’accesso in carrozzina e i marciapiedi, per come sono costruiti, risultano montagne da scalare: si tratta delle cosiddette “barriere architettoniche”. Non parliamo poi dell’ambiente di lavoro, dove agli ostacoli dello spazio fisico si aggiungono i preconcetti. Infatti, le persone con disabilità rischiano spesso di non vedere riconosciute le proprie competenze e di essere trattati come eterni bambini, anziché come adulti in cerca di una realizzazione personale e professionale. La situazione si fa particolarmente complicata quando si tratta di disabilità cognitive, ma fortunatamente esistono delle realtà lavorative in cui le barriere vengono abbattute. Nel 2020, ad esempio, è nato a Cesano Boscone (MI) “Fiori all’occhiello”, un negozio di fiori gestito da giovani con disabilità intellettiva, che ha come obiettivo inserire queste ragazze e ragazzi nel mondo del lavoro e aiutarli a conquistare l’indipendenza e l’autonomia, dal punto di vista economico e relazionale. Anche numerose pizzerie e bar sono impegnati in tal senso: a Milano troviamo il ristorante GustoP, mentre a Cassina de’Pecchi (MI) ha aperto nel 2021 la pizzeria PizzAut, che impiega ragazzi autistici.
È importante considerare anche la condizione delle donne disabili, che risultano non solo sfavorite rispetto alla donne “abili”, ma anche rispetto alle persone disabili dell’altro sesso. Raggiungere una buona posizione lavorativa sembra quasi un miraggio, per non parlare del diventare madri. La maggior parte degli ambulatori ginecologici è infatti sprovvista del minimo indispensabile per consentirne l’accesso alle donne disabili; inoltre molti prodotti e servizi per l’infanzia sono costruiti a misura di genitori abili. Dietro tutto ciò si nasconde l’idea secondo la quale le donne, e in generale tutte le persone disabili, non possano avere una vita sentimentale e sessuale, come se rimanessero tutta la vita piccole, innocenti e dipendenti dalla famiglia di origine.
A livello istituzionale negli ultimi anni si osservano dei passi avanti. Molte discussioni su questi temi si possono trovare nel sito www.superabile.it/cs/superabile/home.
Nel 2019, in particolare, sono state approvate quattro mozioni contro la discriminazione delle donne con disabilità; nel piano strategico nazionale 2021-2023 sulla violenza contro le donne sono state inserite misure a sostegno delle disabili; infine la strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, uno degli strumenti di attuazione del Pnrr e del Family act, contiene un richiamo all’importanza di integrare nella programmazione delle misure la questione di genere legata a situazioni di fragilità (quindi anche di disabilità).
A conclusione è però fondamentale una riflessione sul concetto stesso di disabilità e sul nostro modo di rapportarci con essa. Anzi tutto, si tratta di qualcosa di estremamente complesso e sfaccettato: non esistono solo il bianco e il nero, bensì una serie di sfumature di mezzo, che dovremmo imparare a riconoscere, per eliminare quei confini netti che abbiamo in mente tra disabilità e normalità. Ciò non significa smettere di riconoscere le differenze: semplicemente aprire la mente alle “vie di mezzo” ci permette di riconoscere le necessità di ognuno ed essere aperti a includere ogni persona per ciò che è. Alcune vicende personali (pensiamo solo alla frattura di un braccio, che ci fa mettere nei panni di chi vive quotidianamente senza un arto) e le storie di fantasia di libri e film possono poi essere utili per immedesimarci nelle altre persone entrando in contatto col concetto di disabilità: lo dimostra la vittoria agli Oscar 2022 come miglior film di “Coda (i segni del cuore)”, che narra la storia di Ruby, unica persona udente in una famiglia di sordomuti.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E`compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” (art.3 della Costituzione italiana).


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