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In compagnia di Virginia Woolf e di Carla Lonzi

In compagnia di Virginia Woolf e di Carla Lonzi

Pertanto vi chiederei di scrivere ogni sorta di libri, senza esitare davanti ad alcun soggetto, per quanto frivolo o ampio. Con le buone o con le cattive, spero potrete disporre di denaro quanto basta per viaggiare e per oziare, per contemplare il futuro o il passato del mondo, per sognare sui libri e indugiare agli angoli delle strade e lasciare che la lenza del pensiero si cali in profondità nella corrente“.

“Lasciare che la lenza del pensiero si cali in profondità della corrente”…

Nei primi due appuntamenti del progetto Nei libri c’è la vita, dedicati a Virginia Woolf e Carla Lonzi, ci siamo prese del tempo, insieme a giovani ragazze e ragazzi, a donne e uomini adulti* per immergerci nelle parole di queste scrittrici e pensatrici.

E abbiamo sperimentato una specie di magia: quei testi parlano a ciascuna e ciascuno, risuonano nella nostra mente e diventano strumenti con i quali comprendere i nostri stessi pensieri e le nostre stesse emozioni. In quei libri c’è davvero, anche, la nostra vita.

Questo era il gioco: ciascun* pescava da una scatolina un frammento tratto da una delle opere della scrittrice di cui si parlava, lo leggeva e lo commentava. Lorenzo legge questo frammento di Virgina Woolf:

Finché scrivete quello che desiderate scrivere, questa è la sola cosa che conta; e se conta per secoli o per ore, nessuno può dirlo. Ma sacrificare anche un solo angolo della vostra visione, una sola sfumatura del suo colore, per compiacere qualche preside con una pentola d’argento in mano o qualche professore con un righello nella manica, è il più meschino dei tradimenti, e al confronto sacrificare ricchezza e castità, che si era soliti considerare il più grande dei disastri umani, è un morso di pulce“.

ci guarda perplesso: parla proprio di lui, che da poco ha deciso che vuole fare lo scrittore.

Chiara legge:

La libertà intellettuale dipende dalle risorse materiali. La poesia dipende dalla libertà intellettuale. E le donne sono sempre state povere, non soltanto negli ultimi due secoli, ma dalla notte dei tempi, le donne hanno avuto meno libertà intellettuale dei figli degli schiavi ateniesi. Le donne, poi, non hanno avuto la benché minima possibilità di scrivere della poesia. Ecco perché ho posto così tanta enfasi sul denaro e sulla stanza tutta per sé.

Altro sguardo incredulo: Chiara si è trasferita da poco a Milano, per studiare, e vive proprio questa situazione, ora ha una stanza tutta per sé, per la prima volta sente la responsabilità, il peso e la leggerezza di una libertà mai provata.

Un altro velo è caduto, e ho intuito le strutture da cui non si scappa. O famiglia o lavoro: o autenticità o emancipazione; o affetti privati o alienazione pubblica. Io voglio rapporti umani più vasti, il mondo per me è l’infinità dei rapporti umani possibili“.

Questa è Carla Lonzi, e questa volta sta parlando proprio con me.

Se vuoi partecipare a Nei libri c’è la vita, qui trovi il calendario degli appuntamenti. Ti aspettiamo!


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