La nostra esperienza di studentesse ed educatrici
Entrambe, Giada Carrideo e Martina D’Agostino, svolgiamo, ciascuna nell’oratorio della propria zona, l’attività di educatrici e animatrici con i più piccoli. In particolare d’estate ci impegnano ad organizzare giochi e attività da fare con bambini e bambine per divertirci e stare insieme.
Giada: sì, io sono anche educatrice durante tutto il corso dell’anno, insieme ad altre ragazze e ragazzi, in un gruppo di pre-adolescenti; trattiamo, durante i nostri incontri, temi di vario genere, il più possibile vicini alla loro esperienza. Sicuramente sono molte le cose che si imparano da queste attività.
Martina: è inevitabilmente un’esperienza interessante nella quale trasmettiamo messaggi di crescita e divertimento ai ragazzi e allo stesso tempo riceviamo qualcosa anche noi, un maggior senso di consapevolezza di sé e del rapporto con gli altri.
Giada: secondo me questo è possibile perchè c’è un confronto tra persone di età, idee e pensieri diversi. Non è una lezione frontale ma un dialogo comune in cui ognuno, anche se con ruoli diversi, può esporre i suoi punti di vista.
Martina: affinché ci sia questo dialogo, e le relative riflessioni, è necessaria una consistente partecipazione. E’ quindi importante sapere come coinvolgere e interessare tutti e tutte alle attività o incontri che si organizzano. Il semplice messaggio nei gruppi, la mail ai genitori o la locandina non possono suscitare un così grande interesse, quanto un invito diretto alla singola persona. In questo il primo passo è far sapere di essere presenti. Io ci sono!
Giada: oltre a questo, poi, bisogna “personalizzare” le iniziative rispetto agli interessi e alle necessità del gruppo, per far sì che siano utili e il più possibile efficaci. Non è sempre facile riuscire in questo intento: dobbiamo fare i conti con le caratteristiche di altre persone che ci trovano impreparate. Ma è proprio questo aspetto che ci permette di mettere in discussione e migliorare il nostro approccio. Capita anche ad esempio di proporre un argomento che sfocia in una direzione diversa da come l’avevamo pensata. Ma va bene così.
Martina: è evidente come questi siano i luoghi più adatti per riunire i giovani e stimolare un legame tra noi e loro. Diverso è invece l’ambiente scolastico che studenti e studentesse vedono spesso come un obbligo nel quale diventa complicato il rapporto tra insegnanti e alunni.
Giada: assolutamente! L’aspetto dell’ obbligo è determinante poiché spesso si perde la passione e l’obiettivo dello studio. Infatti grazie alla nostra esperienza in oratorio tutte e due abbiamo fatto un confronto con la scuola chiedendoci come anche lì possa nascere un corretto rapporto con gli allievi e allieve; come gli insegnanti possano farli sentire più protagonisti e invogliarli alla ricerca del sapere.
Martina: già molte scuole, per esempio, si impegnano in progetti in cui vengono messi in primo piano gli studenti; si creano delle inversioni dei ruoli, nelle quali sono quest’ultimi ad essere nella posizione dei professori (classe rovesciata). Oppure si può dare spazio, durante le lezioni, al dialogo aperto nel quale esprimersi e sentirsi accolti, apprezzati e percepire l’importanza del contributo di ognuno.
Giada: Sicuramente sono tutti temi su cui riflettere e comuni a tanti ambiti, su cui ci sarà sempre da lavorare e mettersi in discussione.
in questo 2022 fanno parte della redazione Giada Carideo, Martina D’Agostino, Rossana Di Fazio, Clarissa Limonta, Giada Taglietti
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