Prima di fondersi due buchi neri compiono una serie di evoluzioni e inseguimenti, qualcosa che assomiglia a un corteggiamento reciproco, e che è stato ribattezzato la “danza dei buchi neri”. C’era qualcosa di meglio per parlare delle relazioni profonde, cioè non solo apparenti, che collegano tutti i fenomeni naturali?
Infatti volevo collegarmi all’articolo di Serena Tarabini Scienza poesia della materia.
Perché sarebbe molto ingenuo considerare le “materie” che ci servono a organizzare la conoscenza ( la scienza, l’arte, la poesia, la musica) come delle divisioni che interessano la realtà nel suo fluire: la realtà è intera ed esiste senza rispettare steccati… Anche ciascuno di noi vive in quell’universo e quindi non solo guarda ma è parte di esso… Non hanno rituali di corteggiamento gli animali? Non cantano all’alba gli uccelli salutando il giorno? Se ne siamo parte possiamo intuire questo universo. Persino quei dipinti astratti di certi pittori o per esempio le opere di Yayoi Kusama evocano idee coerenti con quello che la scienza ci racconta dell’universo: cert* artist* ne intuiscono la struttura profonda. Questo non significa che la scienza non abbia bisogno di una sua lingua esatta e precisa, infatti…
…non chiedete a ME di spiegarvi come è che questi due buchi sembrano danzare, anzi danzano. Io mi sono incantata a guardare, e mi sembra di capirci qualcosa, ma voi leggete l’articolo sul sito dell’Istituto nazionale di Astrofisica che vi consiglio per saperne di più.
Rossana Di Fazio cura con Margherita Marcheselli www.enciclopediadelledonne.it e ha ideato 8pagine freepress e i progetti a essa collegati.
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