Nella mia carriera scolastica non ho avuto molte esperienze al di fuori della lezione frontale e della banalissima spiegazione alla lavagna. La lavagna spesso i miei professori non la usavano nemmeno, per alcuni di loro un pezzo di ardesia e un gessetto sono un eccessivo progresso tecnologico a cui adattarsi.
Per quanto la lezione frontale, per mia fortuna, sia piuttosto efficace per me, è incontestabile che non lo sia per la totalità degli studenti. Nonostante ciò esperimenti come quello della “classe capovolta” sono rari e di breve durata, giudicati come una pausa dalle “vere lezioni” piuttosto che come un serio metodo educativo. D’altro canto, con la didattica a distanza negli anni passati è diventato sempre più evidente il distacco e il disinteresse degli studenti nei confronti della scuola per come è strutturata.
È necessario incentivare nel contesto scolastico attività più diversificate, che vedano il mezzo della tecnologia come uno strumento didattico e non un mulino a vento da combattere. Ad esempio si è recentemente concluso PoliCultura, un contest che premia le narrazioni sulla base del digital storytelling, ovvero il raccontare storie combinando testi, immagini, audio, video. Per dare un’idea più concreta di questo progetto linkiamo qui Con ali di sogni è uno vincitori, opera dell’IISS Garrone di Barletta, da cui un brano è nella testata di questi giorni di 8pagine.
L’iniziativa si basa soprattutto sul valore didattico dell’esperienza, nel pieno coinvolgimento della classe. I dati raccolti da HOC-LAB indicano che gli studenti che partecipano a queste iniziative acquisiscono solidi benefici: familiarità con le tecnologie, competenze “autoriali” con il multimedia, abilità nel lavoro di gruppo e nello sviluppo di progetti… In aggiunta, viene riportata spesso una maggiore motivazione nella partecipazione alle attività scolastiche in generale.
La tecnologia può essere uno strumento fondamentale di didattica, ma per ripensare a cosa voglia dire educare bisogna partire dai giusti presupposti. Non si otterrà nulla dando per scontata la mancanza di impegno o di voglia da parte degli studenti di partecipare e collaborare. Per questo è così fondamentale creare un ambiente educativo che educhi al mondo tecnologico, di cui siamo ormai di fatto parte, e non lo demonizzi.
Studentessa di Lettere Moderne, ha conosciuto 8pagine attraverso l’Enciclopedia delle donne, a cui collabora da settembre 2021. Ama la lettura, le passeggiate in montagna e soprattutto la sua gatta Freud.
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