Biodiverso a chi?

Oggi  si celebra in tutto il mondo la  biodiversità. Un’altra giornata mondiale, direte voi, dedicata a un concetto di cui si sente parlare  sempre di più, anche se questo non vuol dire che il suo significato e  il suo valore  siano realmente compresi.  Infatti la definizione ufficiale di biodiversità ” la diversità della vita in tutti i suoi aspetti ” non è che dica molto, soprattutto non ci rivela effettivamente cosa rappresenti nella nostra vita quotidiana.

La biodiversità è la ricchezza della vita sulla terra , rappresentata dai milioni di piante, di animali e di microrganismi, ma anche dei geni che questi esseri viventi contengono e degli ambienti in cui essi vivono. Quindi esistono vari livelli di biodiversità: il primo è quello che troviamo all’interno di una stessa specie:  pensiamo a quanto sono diversi gli esseri umani fra di loro, ma anche a quanti tipi di conchiglie può avere una chiocciola, o di colori un’orchidea. Poi c’è la variabilità fra specie,  le tantissime forme di vita  che popolano la terra, dai batteri alle alghe ai funghi alle piante agli animali, dove ognuno di questi gruppi contiene tantissime specie. Quante sono ve lo siete mai chiesto? Non sono in tanti a preoccuparsi di saperlo: il numero preciso è sconosciuto: siamo sopra i due milioni, ma si ritiene che quelle conosciute siano solo 1/3 di quelle realmente esistenti!

Poi c’è la biodiversità  ecologica, costituita dai tanti tipi di ecosistemi: un tipo di biodiversità a cui si fa meno caso ma che è importantissima perché è la grande eterogeneità e variabilità degli “habitat” è il motore dell’evoluzione. Infatti, le specie si devono diversificare per riuscire a sfruttare le risorse disponibili o per adattarsi alle differenti condizioni ecologiche attuali o che si evolvono nel tempo.

Tutti questi tipi di biodiversità sono in calo. Quella dentro la specie in campo alimentare, ci ha permesso di nutrici in modo ricco e variegato, ma la stiamo perdendo a causa del modello agricolo industriale, che ha uniformato e massificato le coltivazioni e gli allevamenti; le mele offrono un buon esempio: attualmente abbiamo a che fare con qualche decina di varietà, testimonianze storiche ci dicono che solo un secolo fa erano centinaia. Stiamo perdendo anche le specie: il tasso di estinzione attuale ha raggiunto livelli senza precedenti, una recente ricerca ha stimato che è in via di estinzione almeno 1 milione di specie viventi. Le cause sono i cambiamenti climatici, il consumo di suolo, l’inquinamento e la diffusione di specie invasive. Anche gli ecosistemi non se la passano bene, basta pensare alla riduzione della foresta amazzonica e all’avanzare della desertificazione.

Perché difendere la biodiversità? Perché rende più forte il pianeta, dandogli la possibilità di  rispondere ai traumi e ai cambiamenti. La biodiversità quindi è un elemento fondamentale anche della nostra capacità di vivere ed adattarci, che ha dato origine anche a un’altra biodiversità, quella culturale. Che è importante quanto quella biologica, perché più cose conosciamo e sappiamo fare, più esperienze  svogliamo, più differenze riusciamo ad accogliere, più siamo  , come direbbe Darwin, adatti e quindi più forti.


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